Oggi ho letto un post molto interessante di Alessandro Vitale intitolato:
ROI con i social network? Parlano i numeri… GAME OVER
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Se è vero che nei social network si vende e che sono indispensabili per traghettare utenti verso il sito/brand, io ho dei numeri che sono davvero interessanti e che di seguito documenterò in modo da vedere se è un trend solo mio oppure… come immagino, ci può essere un parallelo tra “cattivo posizionamento” SEO e un supporto social.
La mia “provocazione”, è la seguente:
Più che SMM io direi SMB (Social Media Branding) perché i numeri dicono chiaramente (8 siti presi in esame con in settori diversi) che quanto affermato da altri professionisti esperti di social media, non trovano nessuna corrispondenza con la realtà. (Dati scambiati discussi anche nel più grande gruppo chiuso di professionisti di SMM di FB)
Quindi, quando il responsabile marketing di una azienda legge dei post che scrivono a chiare lettere che i social servono a vendere, devono diffidare? Forse sì.
ed ancora
Sembra evidente che se sono in un social network, non sono in cerca di pubblicità, se sono in un social network per “cazzeggiare” (perdere tempo), è facile che un titolo mi può interessare, incuriosire ma poi, arrivato al sito… perdo il mio interesse ed esco. Al contrario, se sono in un motore di ricerca… sto palesando una azione: sto realmente cercando qualche cosa!!!
E’ vero che… è facile che il messaggio sia passato lo stesso, questo forse è più riconducibile al branding o advertising ma il “reale acquisto” proveniente da social network, canalizzazione del processo di acquisto, deve essere dimostrato.
Siccome nessuna Digital PR o esperto di social network lo potrà dimostrare se non entro un massimo di un “10% potenziale” di visite in più a un dato sito web, stiamo parlando di cosa? Se ho un sito di miliardi di visite, quel 7 – 10% può essere un valore aggiunto, ma per papà Geppetto dietro l’angolo che ha 7 – 10 accessi al giorno sul suo sito web, pensare di competere con IKEA, credo sia abbastanza improbabile!
Ho preso spunto per dire la mia, ecco cosa ho scritto:
Io credo comunque che tutto vada usato, sicuramente dipente molto dal prodotto, dalla marca, da cosa vogliamo ottenere. Penso che “il Social” sia un enorme “BAR”, dove delle tribù si danno appuntamento, oppure, dove l’utente si informa. La differenza sostanziale tra un “bar off line” ed un “bar on line” è come i messaggi vengono diffusi: 4 amici al bar che parlano di un nuovo televisore acquistato da uno del gruppo, possono essere interessati, oppure no ed il discorso si ferma lì. Mediamente un tuo amico su facebook ha 100 amici a sua volta, e se “posta” il nuovo televisore ed esprime un giudizio, probabilmente la percentuale si alza, così come si alza l’influenza che può avere su un’amico che dovrà acquistare un televisore in futuro e magari si ricorderà di quel post.
Io vedo che le aziende fondamentalemente sbagliano 2 cose:
1 Continuano un autopromozione inutile: è come continuare a cambiare l’esposizione ma non far nulla per far entrare la gente in negozio!!
2 La pubblicità che pianificano rimanda al loro sito con ovvie conseguenze: se io sono su facebook, voglio rimanere su facebook, se cerco qualcosa, appunto, vado su google!
Come dici tu, un utente quando è su Facebook vuole cazzeggiare, non vuole essere invaso da pubblicità o cliccare su un inserzione che lo butta fuori dalla piattaforma per dirigerlo su un sito, perché hai molta più probabilità di successo se la tua Advertsing mira ad una Tab o direttamente al tuo diario aziendale. Facendo così magari posso ottenere un dato di referral ottimo, ma appunto, il tempo di percorrenza sul sito è talmente insignificante che a Geppetto non gli frega nulla di aver avuto un utente in più che gli è capitato sul sito, Geppetto vuole vendere.
Io principalmente dico sempre che i Social sono quotidianità, sono le tue manchettes sul giornale, sono la tua brand awarness, sono la tua comunicazione immediata e il tuo grande orecchio per ascoltare e i tuoi grandi occhi per guardare cosa fanno gli altri, insomma sono il “LUPO DI CAPPUCCETTO ROSSO” 😉
Dire che non vendono direttamente è assolutamente vero, anzi, ti posso riportare un’esempio lampante di come i social non servono a vendere, ma aiutano molto, moltissimo a farsi conoscere. Non ci sono guru, o almento, chi dice di esserlo sa di mentire. Come fai ad essere lo specialista di qualcosa che domani è già diverso? Devi utilizzarli per capire, devi essere sincero e dire ai tuoi clienti che gli offri una quotidianità che va sviluppata insieme al sito, al blog, alle DEM, agli eventi, senza mancare di creare una strategia nell’off line, che è cambiata, ma che è sempre utile.
Vorrei ricordarvi la breve intervista che ho fatto a Marco Camisani Calzolari su Trento blog dove sono stati riassunti dei punti fondamentali, trovi l’articolo qui.
L’articolo integrale di Alessandro Vitale lo trovate qui